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Writer's pictureLady Margot

Le lezioni

Era Giugno. Erano stati mesi di grandi cambiamenti, spostamenti, riassestamenti. L’eccitante sensazione di novità portata nella sua vita da tutte le inaspettate opportunità che all'improvviso le si erano presentate davanti, si mescolava a tratti con una sottile sensazione di malinconia, quando ancora le capitava di ripensare a tutti i posti in cui negli anni era già stata. Ci pensava soprattutto in treno, tra una pagina e l’altra del suo romanzo, mentre percorreva ogni mattina quella incantevole strada panoramica, che dal borgo di collina la conduceva alla città. Una piccola vallata interrompeva bruscamente la sagoma della montagna, e da lì si aprivano, rigogliosi, variopinti campi di girasoli. Quando il cielo era terso riusciva persino ad indovinare in lontananza il profilo di qualche mulino messo in funzione dal soffio del vento, qualche piccolo raggruppamento di case di campagna e una lunga staccionata in legno, delimitante lo spazio di un grande maneggio. Mentre il suo sguardo si perdeva tra le collinette e le stradine di campagna, si chiedeva spesso se anche gli altri passeggeri stessero guardando quello sfondo mutevole con la stessa incontenibile sensazione di gratitudine, se anche loro, dai loro finestrini, stessero contemplando tutta quella armoniosa e sconfinata bellezza.


Ogni mattina, arrivata in stazione, si dirigeva verso il suo caffè preferito, dove ormai il suo volto e il suo sorriso erano di casa. Si intratteneva qualche minuto con il giovane impiegato a parlare del più e del meno, poi afferrava il suo americano fumante e camminava a passo svelto verso la nuova giornata. Era il suo rituale felice. Uno dei tanti.

Tra una lezione e l’altra, si ritrovava con le sue amiche. Trovavano sempre un modo di incastrare i loro impegni e di coordinare quegli incontri a loro tanto cari. Momenti di leggerezza, in giornate che a volte potevano apparire loro pesanti come cortine di piombo.


Lo incrociava spesso lungo il largo viale alberato, mentre percorreva la strada della biblioteca. A volte, durante la pausa pranzo, lo vedeva camminare, con quel suo sguardo dolce e un po' distratto, tutto assorto in un mondo che ormai le era diventato del tutto estraneo. Altre volte, invece, le passava velocemente davanti mentre lei era seduta in aula. Certi giorni percepiva solo il suono della sua voce riecheggiare tra le mura dell’edificio, altre era la sua risata un po' chiassosa a spezzare il silenzio della sua scrittura e a trapassarle, da parte a parte, il cuore.


Anche se detestava ammetterlo, a lui si sentiva ancora molto legata. Forse perchè con lui, anche se solo per un breve periodo, si era sentita davvero compresa. Forse perchè con lui era persino riuscita a riconoscersi, per la prima volta, nelle profondità di un altro essere umano, nel modo di pensare e nelle ferite di quella sagoma maschile, che all’improvviso non rappresentava altro che un’ombra, un’anima di passaggio tra tutte le anime che da lì ogni giorno passavano. Non si capacitava di come a volte lui riuscisse a sfrecciarle davanti, senza neppure vederla. Perché era quella la sensazione che ora lei provava in sua presenza. Invisibilità. Come se il suo corpo o peggio, la sua anima, ai suoi occhi fosse diventata assolutamente impercettibile.

Erano passati mesi dall’ultima volta che si erano sentiti, e ormai tra loro non vi era più alcun contatto. Eppure c’era stato un momento, non molto tempo prima, in cui lei avrebbe giurato che con lui si fosse creato un legame unico, che tra loro esistesse una forza indissolubile che già una volta li aveva fatti incontrare, e che quindi li avrebbe certamente fatti ritrovare. E quel giorno, era certa che tra loro non ci sarebbe stata alcuna incertezza o esitazione, si sarebbero solo dovuti guardare brevemente negli occhi e poi la magia avrebbe fatto il resto. Tuttavia, ogni fortuito incontro era caratterizzato dal freddo più totale, e non faceva altro che annientare la sua fede in quell'amore. Un amore che lei aveva sempre creduto invincibile, quasi soprannaturale. Si domandava spesso come poteva tutto quell'incessante vociare tra le loro anime essersi spento così, e come poteva lui esserle di colpo diventato completamente indifferente, alla sua pelle totalmente estraneo. Se lo chiese ogni giorno per le quattro settimane successive, e per quanto, ogni giorno, ci avesse segretamente sperato, lui non tornò mai più a rivolgerle la parola.


Verso la fine del corso, in un soleggiato mattino d'inizio Luglio, i due si ritrovarono faccia a faccia, a pochi passi l’uno dall’altra, e per un momento si fissarono negli occhi. Un infinito, intenso, meraviglioso istante di verità. Quel giorno, in una dimensione surreale, che da uno squarcio nello spazio-tempo solo per loro sembrava essersi generata, i loro cuori, senza proferir parola, si ritrovarono, e un pò più forte, insieme, ripresero a battere. Poi le lezioni terminarono. E con esse si chiuse anche il più misterioso e indecifrabile capitolo della sua vita. Era arrivato il tempo della guarigione.


Lady Margot


- un estratto -


Luglio 2023

Erlangen

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