Introspezione
Passeggio tra gli ulivi del Salento.
Mi fermo e osservo la campagna.
Le vigne sono gonfie.
È già tempo di vendemmia.
Respiro la brezza del mare.
L'aria è salmastra e ferrosa.
Le onde più crespe,
che stanotte
incorniciano il mio viso,
suggeriscono che sono a casa.
Mi domando cos'è casa.
Dove?
Vivo da anni divisa tra monti
e terre riarse di pianura arida.
Contemplo questo mondo e l'altro,
ma non me ne sento parte.
Sono pendolo.
Straniera senza terra.
Aliena dalla nascita.
Eppure la natura,
che ora mi circonda,
illumina il mio sguardo
di un riflesso color ambra,
che mi dona.
E so che appartengo
anch'io a qualcosa.
Le mie radici affondano
nei crateri e nelle insenature,
nei deserti e negli abissi,
del pianeta in cui
io stessa un tempo
sono stata generata.
Sono una gitana.
Umana senza patria.
Sono figlia della Terra.
Donna venuta dal mare.
Sono il mio sentire.
Sotto questa raduna di stelle,
rifletto su una poesia
che ho appena letto.
E scopro che il pensiero
può connettere
più di un abbraccio.
C'è un sentiero
che unisce due cuori.
Una strada che si inerpica
tra le cime della ragione.
Come il tronco
di quest'albero centenario,
anche lei ha vita propria.
E non si può arrestare.
Da qualche parte ci condurrà.
Penso alla bellezza delle anime
che scelgono di vivere nella luce,
pur essendosi riconosciute
nelle proprie tenebre,
legate nell'ombra.
All'accettazione
di tutto ciò che è stato,
al ricordo delle persone
che abbiamo incontrato,
di quelle che ci hanno amato.
A tutta la vita già andata.
A quella che verrà.
La poesia mi ha regalato
uno spazio di meditazione.
Ne sono grata.
E sono coinvolta.
Respiro ancora qualche istante
questo vento tiepido di scirocco.
Affido la mia riflessione all'Universo,
un'ultima preghiera alla Madre Terra
e riprendo il mio cammino.
La Luna stanotte
mi mostrerà
la strada del ritorno.
La via per la libertà.
Lady Margot
20 Agosto 2023
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