All'infinito
Ispirato al romanzo Le Affinità Elettive di Johann Wolfgang von Goethe...
...Ho sempre creduto che farsi presenza racchiudesse l'essenza più pura dell'amore, e poi lottare, sostenersi, stringere i denti e, ad ogni costo, andare avanti. E in parte credo ancora sia così. Credo che questa sia una forma reale di amare. Eppure negli anni ho capito che si può essere fisicamente presenti e allo stesso tempo distanti anni luce dal proprio corpo. E solo in questi ultimi mesi, ho scoperto che si può essere fisicamente distanti e allo stesso tempo restare connessi, agganciati inspiegabilmente ad un'altra anima, quasi sospinti da una forza misteriosa e travolgente, impossibile da definire perché sovrasta la logica del pensiero razionale.
Con te ho imparato che tutto ciò che amo, in realtà non mi appartiene. E che l'amore si misura forse più nella capacità di farsi da parte, nel sacrificare una parte di sé stessi che mai più ritornerà, nell'accettazione di un'assenza ineluttabile, nella scelta devastante e consapevole del lasciare andare. Contro ogni egoistico desiderio di possesso, di anteporre la propria felicità a quella degli altri, di assecondare il pianto del proprio orgoglio ferito, oggi imparo finalmente a distinguere le mani che accarezzano da quelle che mi soffocano, i contorni indefiniti che può assumere una mancanza, le sfumature incerte di un discorso che resterà per sempre in sospeso, i confini sottili ma necessari che dividono l'ossessione dalla passione, la grandezza di un sentimento che è cresciuto nell'ombra, e che nonostante tutto oggi assume proporzioni ineguagliabili.
Le parole che mai più ti dirò non saranno meno vere di quelle che ti ho già dedicato. Ed io non ti amerò mai meno di quanto non ti abbia già raccontato. Saremo sempre io e te, in un altro non-spazio, un'altra utopia, forse in un tempo indefinito, ma comunque solo nostro. E lì non peseranno più come macigni i giudizi di un mondo che possiede ogni verità, e che si fa scudo dietro la sua dubbia e asfissiante morale. E su quella terra cammineremo finalmente liberi, mano nella mano, e non saremo niente più che noi. Due anime affini, che nonostante tutto e tutti, sempre e all'infinito, si riconosceranno.
Ti amo e rispetto talmente tanto la tua libertà, la tua storia, le tue scelte di vita, la tua dimensione intellettuale ed emotiva, che pur di saperti sereno, oggi sono finalmente pronta ad aprire le mie mani e lasciarti andare.
Tua per sempre,
Ottilie
Terminava così la sua ultima lettera d'amore destinata al suo grande ed unico amore Eduard. L'aveva scritta su un piccolo foglio di carta gialla, nel suo taccuino blu che conteneva tutte le poesie e le lettere a lui destinate. Rimase seduta nel patio in legno, in penombra, in uno stato di apparente grazia e di insospettabile tormento interiore, avvolta nel suo bianco scialle di lana, nuda e vulnerabile, esposta solo al delicato tocco del chiaro di Luna. Qualche lacrima si fece strada lungo le sue guance gelide e precipitò sul foglio, sbavando in alcuni punti l'inchiostro blu, l'unico testimone del pensiero più profondo che il suo cuore avesse mai concepito e che scorrendo era riuscito a regalare una forma alle sue emozioni. Sollevò la testa al cielo. Un soffio di vento le scompigliò leggermente i capelli e, quasi come a volerla avvolgere in un abbraccio di consolazione, le accarezzò la pelle e le sollevò in alcuni punti il vestito. Respirò profondamente, poi si asciugò in fretta il volto, raccolse il taccuino e rientrò. Dopo molto tempo, quella notte Ottilie avrebbe nuovamente dormito da sola.
Lady Margot
Kronach, 01.06.2023
Comments